

Il primo dono che fai a tuo figlio è il nome
Il tema che questo mese ci propone Donna Moderna Bambino è forse quello che si può considerare la prima vera chiacchierata/decisione che due genitori prendono nei confronti del pargolo (ovviamente dopo quella di avere un bambino!): “quale nome avrà il pupillo?”
Benchè rispetto alle decisioni che si prospettano nel futuro dei due temerari ci sia indubbiamente qualcosa di molto molto più “decisivo” e “pericoloso”, questa prima scelta è qualcosa che accompagnerà per il resto della vita quel simpatico esserino che sta per travolgere le esistenze di una (quasi) ignara coppia.
Come tutte le decisioni di un certo peso, in genere provoca qualche discussione, dialoghi infiniti e innumerevoli considerazioni.
Mi sono trovata due volte in questa situzione e per ben due volte ho dovuto fare i conti con alcune regole fondamentali che scandiscono le tappe di questo iter decisionale:
1) La percezione della bellezza di un nome è qualcosa di decisamente personale: nemmeno la persona a voi più vicina appoggerà indistintamente tutte le vostre proposte
2) La scelta del nome non è una cosa che riguarda solo i genitori: mi spiace, ma è un dato di fatto. Amici e soprattutto parenti faranno a gara per proporre il nome secondo loro più appropriato o per elargire considerazioni riguardo quelli da voi proposti. Se poi sarete abbastanza forti, riuscirete a fre orecchie da mercante!
3) La proporzione tra cognome e futuro nome non è un dettame e varia a seconda della impronunciabilità del cognome, della lunghezza dello stesso e, guarda un po’.. del gusto! Io ad esempio ho sempre pensato che nome e cognome non dovessero avere lunghezza sproporzionata per mantenere un certo “equilibrio”, molti invece ritengono che con un cognome lungo, ci voglia un nome corto. Ma con un cognome corto? Va bene un nome lungo?
4) La nazione di appartenenza del pupillo non deve essere necessariamente un ostacolo alla scelta, ma è bene che la pronuncia di un nome straniero sia universalmente conosciuta e che non dia origine, essendo noi italiani, alla sensazione che il pupo di casa diventerà un giorno il prossimo esponente di Cosa Nostra!
5) La trappola dell’associzione nome/cognome ridicolo è sempre in agguato anche a causa del successivo punto
6) La scelta del nome è indissolubilmente legata a due simpatici giochi:
– il gioco delle rime
– il gioco del “conosco uno/una con quel nome”
Entrambi questi giochi danno luogo a spiacevoli inconvenienti.
Il primo ti porta a cercare rime con qualsiasi nome e a mandare in Black List nomi che prima erano al posto numero 1 o 2 della tua classifica a causa di una rima escogitata da qualche amico/parente (vedi sopra); oppure porta i genitori a rassegnarsi al fatto di aver messo al figlio un nome che fa rima con qualcosa di inesorabilmente spiacevole.
Il secondo porta ad associare i nomi a persone che, immancabilmente, troviamo antipatiche, fastidiose, egoiste, ecc..
Come uscire da questo guado? Sorry ma non vi è via d’uscita! Bisogna passarci. E superarlo a testa alta!
L’unico consiglio che mi sento di dare è: ascoltate in modo critico, non fatevi influenzare. Scegliete il nome che più vi piace, magari andando a cercare il vero significato o origine del nome, indipendentemente dal fatto che sia stato affibiato alla figlia insopportabile del vicino.
Personalmente ho usato, come dicevo, la tecnica “significato/origine”, della proporzione tra nome e cognome, associata ad una buona dose di “non mi interessa cio’ che pensano gli altri” ed ho scovato per le mie due pupaz due nomi Italiani di cui non credo mi pentirò mai.
E ora: buona caccia!